Farmacista assolta per vendita medicinali con ricetta in parafarmacia. Tribunale di Catanzaro: conta il titolo professionale e non luogo vendita

Articolo tratto da quotidianosanita.it

Il Tribunale di Catanzaro ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” una farmacista di Badolato (CZ), titolare sia di una farmacia che di una parafarmacia, dall’accusa di aver agito in maniera abusiva, poiché tale fattispecie può configurarsi solo nel caso manchino idonei titoli, anche se la vendita, è il giudizio del Tribunale, avviene nella parafarmacia.

Carla Ceccotti, farmacista di Badolato, un comune in provincia di Catanzaro, titolare di una farmacia e di una parafarmacia, è stata assolta dall’accusa di esercizio abusivo della professione dal Tribunale di Catanzaro.

Il reato le era stato contestato a seguito della vendita presso la sua parafarmacia di medicinali soggetti a prescrizione medica. Ma per il Tribunale il reato non si è consumato perché esso può configurarsi solo nel caso manchino idonei titoli, anche se la vendita, è il giudizio del Tribunale, avviene nella parafarmacia dove non potrebbero essere venduti farmaci etici, ma solo (legge 248/2006) medicinali da banco, da automedicazione e, comunque, farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica.

Come evidenziato dal dispositivo della sentenza, la documentazione acquisita nel corso del processo ha, invece, permesso di dimostrare che Ceccotti risulta in possesso delle qualifiche e delle idoneità che le consentono di svolgere la professione di farmacista, in quanto laureata in farmacia, abilitata alla professione e regolarmente iscritta all’Ordine dei farmacisti di Catanzaro.

Secondo i giudici, quindi, non si configura il reato di esercizio abusivo della professione, non ha rilevanza il luogo, ma la qualifica professionale e quindi la relativa capacità di chi dispensa il farmaco, che, in questo caso, è stato venduto da una regolare farmacista.